Consegna: Relazionare esperienza di laboratorio fatta in classe: come abbiamo realizzato questa immagine? Come l'ho fatto? Di che liquidi mi sono servito? Come reagiscono i liquidi nelle diverse parti dell’immagine? Che nome diamo di fantasia a questo lavoro?
Ci siamo dunque recati in camera oscura, nessuna luce doveva essere presente all’interno della stanza se non due tipi di luci che servono a noi per orientarci e farci capire cosa stiamo producendo senza compromettere il nostro lavoro, quella rossa e quella giallo-verde perché sono le due luci le quali onde si propagano più velocemente.
Successivamente abbiamo aperto la busta contenente carta fotosensibile e posto un foglio di essa sul banco e su di esso abbiamo appoggiato alcuni oggetti (2 moschettoni; 1 pellicola) dopo di che abbiamo illuminato dall’alto la nostra fotografia con la torcia del telefono. Quest’ultimo passaggio è molto importante perché la carta restando a contatto con la luce (bianca) per pochi secondi comincia a far reagire i sali d’argento presenti su di essa trasformandoli in argento.
Il passaggio successivo è quello di vedere ciò che noi abbiamo creato! Come fare? Ricorriamo al liquido di sviluppo immergendo la carta fotosensibile in esso e muovendo la bacinella facendo si che il liquido arrivi in ogni punto della nostra fotografia.
In circa 30-40 secondi vediamo il nostro risultato, le parti esposte alla luce (tutto il foglio tranne la sagoma degli oggetti) saranno diventate nere mentre invece le parti dove poggiavano i nostri oggetti risulteranno bianche con la stessa forma e identici alla realtà.
Abbiamo passato il foglio prima nell’arresto e poi nel fissaggio per eliminare i sali d’argento presenti sul foglio e far si che la nostra immagine si conservi per sempre senza rovinarsi e/o diventare nera.
Successivamente la scannerizzazione del nostro fotogramma: